Rallentare per trovare se stessi

Scalare la marcia, o per dirla con una parola inglese “downshifting“. Si tratta di una vera e propria filosofia: è la rivoluzione della decrescita felice, un pensiero economico e politico sostenuto da decine di filosofi ed economisti che diventa movimento per il cambiamento, in senso personale e sociale. Ma ancora prima che esistesse il downshifter, questa idea faceva già breccia.

Dietro al downshifting si nasconde la rivoluzionaria bellezza della vita semplice, uno stile esistenziale che per un maestro come Gandhi si è trasformata in un motore di cambiamento sociale più potente delle armi. Antichissima, l’idea di ritrovare la semplicità era già un tema di discussione per gli scrittori e i filosofi nell’antica Roma: oggi più che mai, nell’inesorabile garbuglio che ci complica la vita ogni giorno, ci struggiamo e sogniamo. Un altro modo di vivere è possibile? Intanto si moltiplicano le occasioni di riflessione su questi fenomeni che in fondo parlano di bisogni fondamentali, spesso nascosti anche a noi stessi. Ogni anno l’ultima settimana del mese di aprile si celebra la Downshifting Week, mentre il 2 maggio ritorna la Giornata della Lentezza.

Per rendere più bella una casa non basta acquistare un vaso costoso e collocarlo su una mensola: esso apporterà bellezza solo se risponde con sincerità ai bisogni della tua esistenza. Edward Carpenter

Dove inizia il cambiamento?

Siamo pieni di storie di chi ce l’ha fatta e ha trovato uno stile di vita alternativo, magari rendendo possibile un’idea impossibile. Ma la verità è che non è così semplice: per diventare progetto un desiderio ha bisogno di essere calato nella realtà. Ci vuole abnegazione, disciplina, coraggio e persino un pizzico di pazzia per cambiare vita. Abbiamo il sogno di un chiosco su una spiaggia, o vivere perennemente in viaggio, magari su un camper, o magari trasferirci finalmente in mezzo alla natura in una fattoria, con l’aria buona e le passeggiate. Ma in realtà non abbiamo idea di come sarebbe. Questa resta un’idea ricorrente su cui amiamo indulgere, spesso vaga. La verità è che non tutti siamo fatti per mollare la nostra vita e andarcene altrove. Quando diciamo di volerlo fare non siamo completamente sinceri, o forse semplicemente non ne siamo completamente consapevoli.

La sfida di vivere consapevolmente

Meditare con la vita significa lasciarsi colpire da ogni situazione, portare la creatività nell’ordinario, osare di essere meno prevedibili con se stessi e con gli altri, introdurre nuova linfa nell’oggi” scrivono Antonella Montano e Valentina Iadeluca in “Meditare con la vita. Tutto quello che c’è da sapere sulla mindfulness” (Edizioni Erikson): “cercare di guardare nostro figlio, il nostro gatto o il nostro partner come se non li conoscessimo, Significa – con le parole della poetessa americana Mary Oliver (1935-2019) utilizzare il respiro per dichiarare pace al mondo nelle piccolissime cose del quotidiano“.

Forse, dietro al segreto del downshifting c’è uno sguardo: la capacità di vedere la nostra esistenza attraverso occhi nuovi e allenare una prospettiva differente. In fondo, non importa quanto in fretta camminiamo o mangiamo, o dove viviamo. La rivoluzione della lentezza è andare alla propria velocità. Abbiamo tutti un sogno nel cassetto che un giorno vorremmo realizzare: forse lo faremo davvero, o magari resterà solo una bellissima cartolina capace di cullare i nostri giorni bui. Ciò che è importante è il tempo che adesso, proprio in questo istante, decidiamo di vedere. Quello che viviamo con consapevolezza è tempo guadagnato, tempo rubato e restituito alla vita. Allora, può essere che nel bel mezzo di una corsa ci fermiamo a guardare il tramonto, scoprendo che non ci accadeva da tantissimo tempo. Ci concediamo un giorno di vacanza, senza un perché, e non di vacanza per fare qualcosa ma di vacanza per non fare.

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